Asse ereditario, inventario di eredità ed efficacia probatoria del verbale notarile

[NEWS SUCCESSIONI] - GIURISPRUDENZA - Cass. Ord. N. 9063 del 5/4/2024

Con questa recente ordinanza (che nel testo completo coinvolge anche un riferimento all'efficacia meramente indiziaria della dichiarazione di successione ai fini della prova della qualità di eredi e della consistenza dell'asse ereditario) si ribadisce un principio già espresso qualche anno fa dalla Suprema Corte (Cass. Sez. 2 - , Sentenza n. 6551 del 16/03/2018) secondo il quale: il verbale di inventario redatto dal notaio ex art. 775 c.p.c., in quanto atto rogato nell'esercizio delle funzioni, è assistito da pubblica fede e rappresenta, fino a prova contraria, fonte privilegiata di convincimento circa la ricostruzione e l'ammontare dell'asse ereditario al momento di apertura della successione, della cui reale consistenza il notaio incaricato è personalmente tenuto ad accertarsi, potendo logicamente procedere all'interpello degli eredi presenti solo dopo una personale ricognizione dei beni da inventariare.
Con questa Ordinanza, pertanto, la Suprema Corte - oltre a confermare l'efficacia probatoria privilegiata dell'inventario - sottolinea indirettamente l'importanza del lavoro di ricostruzione patrimoniale che il notaio è tenuto ad operare: non potendo il professionista limitarsi a "compilare" il verbale di inventario come una mera riproduzione delle dichiarazioni rese dagli eredi, dovendo invero (almeno in prima battuta) porre in essere una vera e propria attività personale di ricognizione dei beni.

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