Fissazione di un termine per accettare o rinunciare all'eredità - la c.d. "actio interrogatoria"  

È l'azione esperibile nell'ambito della c.d. "volontaria giurisdizione" (ossia un procedimento che si svolge sempre in Tribunale, ma dal carattere più "amministrativo" che contenzioso) ed è volta a provocare una decisione in capo al chiamato all'eredità che non abbia ancora maturato l'idea se accettare o rinunciare all'eredità.
Poiché l'entità dei beni e diritti che possono spettare a un erede è strettamente connessa alla presenza o meno di altri coeredi, è facile intuire la rilevanza che possa avere la decisione di un ulteriore chiamato all'eredità.
Ma il diritto di accettare l’eredità si prescrive nel termine di dieci anni.
Per tale ragione, nell'ottica di bilanciare gli interessi in gioco di tutti i soggetti coinvolti, è previsto un apposito strumento regolamentato dal Codice Civile all'art. 481, mediante il quale chiunque abbia interesse può chiedere che il Giudice fissi un termine entro il quale il chiamato dichiari se accetta o rinunzia all'eredità. Decorso inutilmente detto termine, il chiamato perderà definitivamente il diritto di accettare.  
L'actio interrogatoria è un'azione importante che consente di tutelare i propri diritti ereditari. È quindi importante rivolgersi ad un avvocato competente in materia per valutare la situazione specifica e individuare la strategia più opportuna per esercitare l'azione.